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giovedì 30 dicembre 2010

Un fantastico discorso e un grande comunicatore.

Sono sempre stato attratto da quelle persone capaci di catalizzare l’attenzione del proprio pubblico e da quei discorsi che “lasciano il segno”. Avete presente quelle persone e quei discorsi che si ha voglia di riascoltare nel tempo, raccontarli agli amici e che trasmettono un’incredibile energia? Tra questi c’è sicuramente il discorso tenuto da Steve Jobs, Ceo di Apple, all’ Università di Stanford, USA, il 12 giugno 2005 in occasione della consegna delle lauree. Jobs racconta i diversi momenti della sua vita ma soprattutto trasmette un messaggio alle nuove generazioni, “non accontentatevi mai” (“stay hungry, stay foolish”), che ha cambiato le aspirazioni e le prospettive di milioni di studenti nel mondo.

Qui, con voi, vorrei condividere alcune riflessioni sulla capacità di Jobs come comunicatore piuttosto che sul messaggio trasmesso.  E’ indubbio che Steve Jobs sia un gran comunicatore, un imbonitore irresistibile, un uomo in grado di trasmettere le proprie idee con uno stile che converte persone in potenziali clienti, potenziali clienti in acquirenti e gli acquirenti in adepti. Molti adducono questo successo alla bontà dei suoi prodotti che sicuramente hanno molto del merito ma gran parte di questa popolarità è attribuibile alla qualità della comunicazione della Apple e in particolare quella del suo numero uno Steve Jobs, a cui, spesso, vengono associati aggettivi come seducente, magnetico, carismatico, affascinante.

Ma cosa rende i discorsi di Jobs irresistibili?
  1. Parla al cuore delle persone. La prima domanda che Jobs si fa nella preparazione di ogni discorso è: “perché dovrebbe interessare al suo pubblico?”

martedì 28 dicembre 2010

Comunicazione Verbale: Vincere la paura di parlare in pubblico

Sapevate che "parlare in pubblico" è una delle paure più grandi e più diffuse, seconda solo a quella della morte? Forse no, sono sicuro però che anche a voi, come a me, sia capitato di sentire quella morsa che ti prende lo stomaco quando vi siete trovati a farlo. I sintomi specifici possono essere diversi a seconda dell'individuo... lingua felpata, sudorazione accelerata (detto anche ascella pezzata), tremolii vari tra cui quello della voce e delle mani, rossori, etc. etc. ... ma non si scappa, tutti sono accomunati da questa paura. 

Questa è la prima buona notizia: "Tutti hanno paura di parlare in pubblico". La vera buona notizia non è tanto il "mal comune mezzo gaudio", in cui non credo molto, ma che tutti e, quindi anche quelli bravi, quelli che vanno sul palco è accendono le platee con il loro carisma, hanno paura ma hanno imparato a gestirla. Questa è la seconda buona notizia: "L’ansia e la paura di parlare in pubblico può essere gestita". Notate che non ho scritto che la paura può essere eliminata/superata/etc., diffidate di chi lo promette. Quando, infatti, si ha modo di parlare con dei grandi "speaker" o di leggere i "retroscena" dei grandi speaker, nessuno parla di aver rimosso completamente quella paura ma solo di avere imparato a conviverci e anzi, nei migliori dei casi, averla saputa sfruttare a proprio vantaggio. La paura, infatti, è un meccanismo di difesa che madre natura ci ha regalato. Il livello di energia e di adrenalina che quel momento di paura ci sviluppa, può essere anche sapientemente sfruttato a proprio vantaggio e per trasmettere energia al pubblico.

Si ma come gestire la paura di Parlare in Pubblico?
Ho letto tantissimo sull'argomento, ho frequentato molti corsi che affrontavano questo tema e ho avuto modo di sperimentare in prima persona tante delle tecniche che avevo appreso. Qui, con voi, mi preme esprimere in maniera molto sintetica le tre migliori tecniche, quelle che trovo di gran lunga più efficaci.