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sabato 26 febbraio 2011

Parlare non basta: l’arte di farsi ascoltare

Comunichiamo dalla nascita, parliamo da quando siamo bambini, dovrebbe essere facile comunicare dopo tutta questa pratica… niente di più sbagliato! Sicuramente sappiamo mettere le parole una dietro l’altra per farci capire ma farsi ascoltare è un altro mestiere. Nessuno c’insegna veramente a comunicare e, soprattutto, nessuno c’insegna a generare interesse, dialogo e condivisione con chi ci circonda ne’ a scuola e nemmeno nella società, sta a noi apprendere l’arte di farsi ascoltare. Eppure cosa c’è di più importante che relazionarci con le persone che ci circondano e quanto può incidere una migliore comunicazione in questo?!

Alcuni consigli pratici su come farsi ascoltare:
1.    Meritarsi l’ascolto. Per farlo bisogna condurre ogni conversazione con l’attitudine corretta, ovvero porsi l’obiettivo di “parlare in un modo che l’altra persona sarà felice di ascoltare”.

domenica 13 febbraio 2011

Comunicazione Efficace: le STORIE che seducono (story telling)

Vi è capitato di ascoltare una storia ben raccontata ed esserne totalmente catturato? Avete presente quando si è completamente immersi in un racconto, quasi “ipnotizzati”. Quando magari sappiamo che esistono esagerazioni ma abbandoniamo le nostre barriere critiche e la nostra naturale incredulità o comunque vediamo le cose sotto un’altra prospettiva e ci lasciamo “incantare”. Bene gli esperti chiamano questa fase trance narrativa che risponde al nostro ancestrale bisogno di credere. L’esempio più ovvio è quello di un film o di un’opera teatrale ben riuscita quando partecipiamo emotivamente alla storia e si crea l’identificazione con il protagonista, con le sue paure e le sue vittorie. Queste storie lasciano un segno indelebile nei nostri ricordi e possono condizionare il nostro modo di essere.


Le storie ben raccontate piacciono, le storie intrattengono, le storie vendono. Compriamo storie quando acquistiamo prodotti, quando votiamo politici, quando ci lasciamo sedurre da un marchio o da un capo d’abbigliamento griffato. Ecco allora che le tecniche di narrazione sono un prezioso alleato di individui e aziende, durante un colloquio di lavoro o per riposizionare un’identità d’impresa un po’ invecchiata.

Alcuni consigli pratici su come creare storie che seducono?

1)    Le storie di successo sono verosimili ma sono capaci d’incantare. Come esseri umani abbiamo bisogno di credere in qualcosa che corrisponde al nostro vissuto, alla nostra esperienza e pertanto le storie devono essere verosimili. Al tempo stesso, le storie ben narrate devono far appello al senso del meraviglioso evocando ricordi e curiosità.

sabato 12 febbraio 2011

Il No positivo – la capacità di dire No gratificando se stessi e gli altri

Una settimana fa sono entrato nella stanza del mio capo per chiedergli l’assegnazione di un progetto importante e ne sono uscito senza quel progetto ma contento. Mi sono chiesto come avesse fatto. Alcune persone hanno questo dono ma, come tutte le capacità, può essere appresa. Al contrario, tanto nella mia vita privata quanto in quella professionale mi è capitato di dire “Sì” quando, ripensandoci, mi sono scoperto a desiderare ardentemente aver detto “No”. Talvolta invece sono caduto nella trappola di aggredire l’atro con un “No” quando mi sarei sentito molto meglio se avessi impegnato l’altra parte in un sano confronto.

La qualità della nostra vita è legata alla capacità di dire “No” e alla capacità di saperlo esprimere. “Un -No- pronunciato con il più profondo convincimento è il migliore e più grande di un -Si- detto per compiacere o, peggio, per evitare guai.” Mahatma Gandhi.

Come dire un “NO” gratificando se stessi e gli altri?

1)    Bisogna prima avere ben chiaro quali sono i nostri interessi e obiettivi. Niente può donare una convinzione forte come aver ben chiaro cosa desideriamo nel nostro profondo. Conoscere il proprio schema di valori, i propri obiettivi e le proprie mete è il presupposto per raggiungerle e ottenere qualcosa per noi importante. Se poi riuscite anche a scriverle, darete ancora più chiarezza e convinzione alle stesse.

2)    Un no positivo, in breve, è un Sì! No. Sì? ” Il libro di William Ury “Il No positivo” lo spiega bene. Il primo Sì esprime i vostri interessi, il No esprime il vostro potere, il secondo Sì crea rapporto.

domenica 6 febbraio 2011

Il discorso del re: anche il destino di un Re è legato alla comunicazione

Avete visto il film “il discorso del re” di Tom Hooper? Ve lo consiglio vivamente, per la superba interpretazione di  Colin Firth e perché si tratta di un film capace di far emozionare. Non a caso ha ricevuto 12 nomination ai prossimi Oscar, tra cui quella di miglior film. Sono però qui a parlarvene perché tra le righe passano anche messaggi importanti riguardo alla comunicazione. 

Dopo la morte di suo padre Re Giorgio V e l'abdicazione di suo fratello Edoardo VIII, Bertie (Colin Firth), che soffre da tutta la vita di una forma debilitante di balbuzie, viene incoronato Re Giorgio VI d'Inghilterra. Con il suo paese sull'orlo della II Guerra Mondiale e disperatamente bisognoso di un leader, il suo futuro e quello di un’intera nazione è legato alla sua capacità di comunicare al popolo e al mondo. Ecco allora che l’incontro con l'eccentrico logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush) può cambiare il corso della storia. Dopo un inizio burrascoso, i due si mettono alla ricerca di un tipo di trattamento non ortodosso, finendo col creare un legame indissolubile e sopratutto capace di mettere in grado Re Giorgio di essere un'egregia guida di un paese in uno dei momenti più critici della sua storia.

Mi piace leggere tanti messaggi positivi dietro questa bella storia.
  1. Innanzitutto l’importanza della comunicazione da cui nessuno si può sottrarre.

sabato 5 febbraio 2011

Comunicazione persuasiva: l’arte di essere convincenti

“Se solo fossi stato più convincente!” Vi è capitato di pensarlo? In quante occasioni il corso della nostra vita sarebbe andato diversamente se solo fossimo stati più incisivi, motivanti e convincenti in alcune occasioni che io chiamo “punti di svolta” decisivi… parlo di un colloquio di lavoro, un dialogo fondamentale con una persona amata, dell’incontro con un cliente importante, nella richiesta di un aumento di stipendio con il nostro datore di lavoro, per esempio.

Alcune persone hanno innata questa dote, mi riferisco all’assertività, ovvero la capacità di parlare e agire in modo talmente naturale da suscitare attenzione e positività nell’interlocutore e così raggiungere i propri obiettivi. Una persona assertiva si colloca a metà strada tra gli estremi di una sconsiderata assertività e una passività disfattista.